“Bisogna dirlo: la vittoria della Francia sull’Ucraina è stata un furto”. Condivisibili o meno le parole di Hristo Stoichkov sempre sono una ventata d’aria fresca. C’è voluto lui per dire quel che tutti avevano visto: i transalpini andranno al Mondiale dopo aver beneficiato di un gol, decisivo, in netto fuorigioco. Il 47enne ex attaccante del Barcellona e della nazionale bulgara, in occasione della consegna della Scarpa d’oro a Leo Messi, non ha giocato col bilancino, ha detto invece tutto quel che pensava su ogni argomento.
Richiesto di un parere sulle possibilità dell’argentino di conquistare il quinto Pallone d’oro consecutivo Stoichkov è stato netto: “Parlare del Pallone d’oro mi dà la nausea: Platini è uno che si muove molto bene e visto che c’è lui di mezzo, a vincerlo sarà probabilmente Ribery, è francese e ha vinto molto quest’anno”.
Finalmente una voce fuori dal coro, che spezza il conformismo del mondo del calcio, sempre più incline a far propri i vizi e i difetti della politica. A sua volta Pallone d’oro nel 1994, Stoichkov non è tipo da frasi di circostanza e, giustamente, ha detto senza mezzi termini cosa pensa di certi premi e dei dietro le quinte che determinano le votazioni in un senso o in un altro: 23 candidati ma appena tre hanno speranza di vincere e anche in quel terzetto i giochi non sono troppo limpidi.
Indicativa in questo senso la decisione della Fifa (e qui c’entra Blatter, non Platini) di far riaprire sino al 29 novembre le votazioni per il Pallone d’oro 2013, chiuse il 15 novembre, dando la possibilità a chi non aveva ancora votato di farlo e chi lo aveva già fatto di cambiare le preferenze espresse. Un chiaro tentativo di spingere in alto le quotazioni di Cristiano Ronaldo, reduce dai quattro gol rifilati alla Svezia (uno più tre) nelle due partite dello spareggio per i Mondiali 2014. Un grande exploit che completa l’ennesima stagione eccellente del campione del Real che ha la sfortuna di trovarsi nello stesso periodo storico in cui c’è un fuoriclasse (superiore) come Leo Messi: il portoghese sta all’argentino come Salieri a Mozart. Bravissimo ma tutti sanno chi dei due è il migliore.
Il capolavoro di Ronaldo contro la Svezia ha avuto il solo difetto di essere arrivato troppo tardi: è sempre stato così, con le votazioni chiuse a metà novembre. Perché stavolta si è voluto cambiare? Joseph Blatter qualche settimana fa aveva ironizzato su Ronaldo, sul suo atteggiamento e sulla pettinatura, e esprimendo l’ammirazione per Messi (“Sono tutti e due bravi ma io preferisco Messi”). Anziché sorvolare o sorridere la star del Real ne aveva fatto una questione di Stato: “Questo video mostra chiaramente il rispetto e la considerazione che la Fifa ha per me, per il mio club e del mio Paese. Tante cose si spiegano adesso. Auguro al signor Blatter salute e lunga vita con la certezza che continuerà a testimoniare i successi delle squadre e dei suoi giocatori preferiti”. Il messaggio di CR7 è un formidabile concentrato di vittimismo e mancanza di senso delle proporzioni. Eppure coglie nel segno, perché Blatter non perde tempo: per rimediare prima porge le scuse (al giocatore e al Real Madrid), poi passa ai regali (con la riapertura delle votazioni).
Il rischio di un quinto Pallone d’oro di fila a Messi effettivamente esiste: nonostante un’annata meno brillante delle precedenti la Pulce ha numeri individuali mostruosi, ha vinto la Scarpa d’oro, ha conquistato la Liga e ha portato il Barcellona in semifinale di Champions, dove è stato schiantato dal Bayern. Ecco forse, come raccomandano Lothar Matthaus e Zinedine Zidane, il Pallone d’oro a Ribery premierebbe il giocatore simbolo della squadra più forte della stagione. O, semplicemente, darebbe ragione a Hristo Stoichkov. LECHAMPIONS EUROPA
©LECHAMPIONS.it. Tutti i diritti riservati/All rights reserved.